Città del Vaticano Benedetto XVI ha deciso di dimettersi e di
lasciare il pontificato il prossimo 28 febbraio. Il Pontefice lo ha
annunciato a sorpresa, nel corso del concistoro per le nuove
canonizzazioni. È la prima volta che accade nell'epoca moderna.
Ratzinger ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di
aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene
della Chiesa.
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da
questioni di grande rilevanza per la vita della fede - ha detto - per
governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo è necessario
anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo» La decisione che il
cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, ha definito
«Un fulmine a ciel sereno». La possibilità della rinuncia, prevista dal
codice canonico, era stata citata proprio da Benedetto XVI nel libro nel
libro intervista con Peter Seewald «Luce del mondo» pubblicato nel
novembre 2010: «Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non
essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di
svolgere l’incarico affidatogli – disse Benedetto XVI – allora ha il
diritto e in talune circostanze anche il dovere di dimettersi».
Il Papa, che ben ha conosciuto il suo predecessore e ha seguito
dall’interno della curia romana la lunga fase della malattia di Giovanni
Paolo II, intendeva chiarire che in certe condizioni riteneva opportuna
la rinuncia. Nell’estate 2011 aveva cominciato a circolare con
insistenza, fuori e dentro il Vaticano, una voce relativa a possibili
dimissioni «programmate» e non legate a malattie invalidanti. Di questa
ipotesi aveva parlato per primo Antonio Socci sul quotidiano «Libero»:
«Il Papa non scarta la possibilità di dimettersi allo scoccare dei suoi
85 anni, ovvero nell’aprile del prossimo anno», cioè nell'aprile 2012.
Quell'articolo e quella notizia furono allora seccamente smentiti dalle
fonti vaticane e dai più stretti collaboratori del Pontefice.
Evidentemente però il Papa stava davvero pensando alle dimissioni.
Non essendoci evidenti e conosciuti impedimenti fisici, il Papa
lascia perché non si sente più in grado di svolgere il suo compito. Non
bisogna dimenticare che la decisione viene comunicata dopo un anno
particolarmente difficile del pontificato, con il caso vatileaks. Alla
luce di questa clamorosa decisione - che il Papa si limita a comunicare,
dato che le sue dimissioni non devono essere accettate da nessuno - si
comprende meglio anche la decisione di «correggere» il concistoro per la
creazione dei nuovi cardinali del febbraio 2012, molto italiano e
curiale, con la nuova e a questo punto ultima creazione ratzingeriana
dello scorso novembre, tutta internazionale.